“Piacere, Muscoli Profondi!” 6 Aprile 2022 – Pubblicato in: Blog

Gli occhi e il corpo non sono capaci di menzogna. Ecco il primo grande insegnamento che scaturisce da una pratica Yoga consapevole.

Non esiste struttura affettiva o tensione fisica che non si rifletta nel corpo e spesso, con il tempo, finisce per iscriversi in esso deformandolo, imprimendosi come una cicatrice, gridando in silenzio un disagio, una disarmonia. 

Si è spesso insoddisfatti dell’immagine del proprio corpo e, in particolare nella nostra epoca, si tenta di cambiarla in tutti i modi possibili, ricorrendo anche al bisturi, sempre e comunque intervenendo “da fuori”. Tali mezzi non agiscono sul senso profondo dell’insoddisfazione. Discipline come lo  Yoga e la Mindfulness ci insegnano, innanzitutto, che bisogna acquisire conoscenza del proprio corpo e degli aspetti che alterano la coscienza di se stessi. Lavorando sulla consapevolezza corporea ed emotiva, si rivela la relazione che abbiamo intimamente con noi e, di conseguenza, con gli altri. 

La primavera, l’esplosione della natura, può aiutarci a intraprendere questo cammino di ascolto del nostro corpo: occorre disfarci della corazza e sciogliere le tensioni che, ad un attento ascolto, pesano come macigni, per aprirci alle forze interiori.

L’invito è di entrare in ascolto di sé attraverso dei viaggi interiori, come le meditazioni guidate, ad esempio, ottime  per un corpo-mente che vuole occuparsi delle parti oscure in noi per portarle alla consapevolezza cosciente e ristabilire un equilibrio. 

Le ossa sono le pietre di costruzione del nostro corpo. Stare in piedi significa allineare armoniosamente le singole parti dello scheletro. Un corpo che sta in piedi è un corpo che sta lavorando muscolarmente a livello profondo (pensate, ad esempio, a Tadasana, la posizione della Montagna). La forza di gravità costringe il nostro corpo a compiere continui movimenti di correzione della postura, anche attraverso movimenti piccoli, appena percettibili e avvengono per la maggior parte senza che noi ne siamo coscienti. 

Una parte della nostra muscolatura è, dunque, sempre a lavoro!

Si tratta dei muscoli profondi, quelli attaccati alle ossa, che ci garantiscono l’equilibrio (funzione statica). 

Se le ossa non sono ben allineate, i muscoli devono lavorare di più per garantire l’equilibrio: come in un edificio, se la struttura è pericolante, occorre aumentare i pilastri di sostegno. Nel caso del corpo concorrono altri muscoli a garantirci la stazione eretta, muscoli che, però, non sono nati per svolgere questo lavoro di sostegno . Poiché il corpo costituisce una unità, lo spostamento che si verifica in una zona provoca, per compensazione, uno spostamento in un’altra zona, causando una reazione a catena. Quando il corpo deve spendere molta energia per sostenere un’errata postura, quella stessa energia non sarà più disponibile per altre attività.

Incontriamo questi muscoli profondi, o meglio, ascoltiamoli: occupiamo una mezz’ora di un bel pomeriggio di sole per fare una passeggiata in un prato. Togliamo le scarpe e sentiamo il contatto fresco e rigenerante della pianta dei piedi sull’erba. Fermiamoci in un punto che riteniamo gradevole  e uniamo i piedi, come se ne avessimo uno solo. Chiudiamo lentamente gli occhi. Sentiamo che il corpo ondeggia lievemente; abbandoniamoci all’ascolto del respiro e ascoltiamo le leggere e disordinate oscillazioni. Ecco, state ascoltando i vostri muscoli profondi, quelli subito attivi da quando la mattina decidiamo di mettere il primo piede fuori dal letto. Quelli che ci sostengono anche quando li sottoponiamo a improbabili equilibri. 

Quelli a cui dire “piacere” non è mai troppo tardi. Buon ascolto a tutti!