Mindfulness E Gestione Dello Stress – Il Potenziale Interiore Affronta Il Male Invisibile 5 Aprile 2022 – Pubblicato in: Blog
Che la nostra vita sia come quella del loto
A proprio agio in acque torbide
Detto Zen
Cos’è lo stress, questo “male del secolo” di cui tutti parlano? A quali sintomatologie porta uno stato di stress? E’ possibile uscire dallo stato di stress cronico? Numerose e di varia natura sono le conseguenze a cui può portare uno stato di stress perpetrato nel tempo. Ma altrettanto grandi sono le potenzialità che abitano dentro di noi, efficaci strumenti di elaborazione e di esplorazione delle nostre risorse interiori che la Mindfulness Yoga, attraverso la pratica delle asana, della respirazione consapevole e della meditazione può far rifiorire e riemergere dal nostro sonno fisico e mentale. “Osservate la folla che passeggia nelle strade e nelle piazze rumorose. […] Forse non tutti sono felici. Nessuno ha più fame, né freddo; ma quasi tutti necessitano di sedativi per dormire, di lassativi per evacuare gli intestini pigri, di analgesici per le emicranie e di tranquillanti per sopportare l’esistenza.” La soluzione a tutti i mali del mondo deve passare necessariamente attraverso l’individuo e, citando sempre Van Lysebeth “nessuno ha il diritto di dirigersi verso l’autodistruzione” . Le problematiche che affrontiamo quotidianamente nella nostra vita tendono a parcellizzare la nostra visione, a frammentare il nostro corpo e le nostre emozioni e a creare uno scollamento tra le nostre reazioni e ciò che realmente c’è. Dunque intervenire su noi stessi attraverso una pratica consapevole e attenta ci permette innanzitutto di lavorare sulla variabile più importante di tutte: il nostro modo di guardare le cose, la modalità di reagire, la prospettiva in cui ci inseriamo.
“Felice colui che vive senza pensieri,
sempre sorridente,
e la cui gioia risplende fra gli altri”
Swami Shivananda
L’organizzazione mondiale della sanità definisce lo stress “il male del secolo”. Il primo ad utilizzare questo termine fu, negli anni cinquanta, Hans Selye che preferì usare il termine solo per indicare la risposta dell’organismo agli stressor interni ed esterni. “Egli definì lo stress come la risposta non specifica dell’organismo a qualsiasi pressione o richiesta intendendo con organismo l’intero sistema mente-corpo.”
Gli studi che Selye iniziò e che si sono perpetrati nei decenni successivi hanno stabilito che il nostro organismo, di fronte ad uno stimolo (stressor, come sopra descritto) reagisce attivando la stessa reazione biologica fondamentale che prepara la risposta a “combattere” o a “fuggire” (risposta fight or flight) attivata dall’amigdala che è la parte più antica del nostro cervello. Tale risposta biologica fondamentale si conclude con un’attivazione delle ghiandole surrenali che producono i cosiddetti “ormoni dello stress”: cortisolo, adrenalina, noradrenalina. La reazione di stress comporta variazioni rilevanti di vari sistemi del nostro corpo -nervoso, endocrino, immunitario, metabolico, circolatorio- con l’intento di permettere all’organismo di affrontare al meglio la situazione che ha originato la condizione medesima. L’aumento degli ormoni dello stress e le altre reazioni del corpo consentono di avere:
- un cervello più attento;
- muscoli maggiormente irrorati e riforniti di substrati energetici;
- il sangue più ricco di sostanze utili a contrastare il dolore e a riparare eventuali ferite.
Forse per questo Selye definiva lo stress “l’essenza della vita”. Definiamo questo tipo di stress EUSTRESS, ossia stress “sano”.
Lo stress positivo o eustress si ha, dunque, quando uno o più stimoli, anche di natura diversa, allenano la capacità di adattamento psicofisica individuale. L’eustress è una forma di energia utilizzata per poter più agevolmente raggiungere un obiettivo e l’individuo ha bisogno di questi stimoli ambientali che lo spingono ad adattarsi.
I problemi subentrano quando lo stress perdura nel tempo e soprattutto quando viene interpretato e vissuto come una fonte di preoccupazione. Quando lo stato di stress diviene cronico il senso di paura diviene la sola sensazione di sicurezza. “Ci sentiamo al sicuro solo perché siamo in continuo stato di allerta. […] Le nostre fondamenta sono letteralmente vacillanti e la concentrazione può essere difficile.” Le reazioni allo stress cronico sono molteplici: ipertensione, aritmie, abbassamento delle difese immunitarie, inibizione delle risposte infiammatorie, ulcere, diabete, ansia, depressione, disturbi del sonno.
Lo stress negativo o distress si ha, dunque, quando stimoli stressanti, ossia capaci di aumentare le secrezioni ormonali, instaurano un logorio progressivo fino alla rottura delle difese psicofisiche. Si evidenziano cioè situazioni in cui le condizioni di stress, e quindi di attivazione dell’organismo, permangano anche in assenza di eventi stressanti oppure che l’organismo reagisca a stimoli di lieve entità in maniera sproporzionata.
Nell’elenco che segue vediamo alcune tra le sintomatologie a cui può portare la stimolazione cronica del sistema simpatico:
- ARITMIE
- IPERTENSIONE
- EMICRANIE
- INFERTILITA’
- MAL DI SCHIENA
- ULCERE
- DANNI AL SISTEMA IMMUNITARIO
- INIBIZIONE RISPOSTE INFIAMMATORIE
- DANNO CEREBRALE IPPOCAMPO (Ippocampo è una parte del cervello situato nella regione interna del lobo temporale deputato alla memoria e all’orientamento)
- DANNO SISTEMA IMMUNITARIO
- DANNEGGIAMENTO TESSUTO MUSCOLARE
- ANSIA
- DEPRESSIONE
- DISTURBI DEL SONNO
- BURN OUT (ESAURIMENTO)
Il corpo reagisce autonomamente a questa sintomatologia spesso con la negazione, con l’iperlavoro, con l’uso di droghe, di farmaci o eccessivo uso di caffè, abuso di cibi ad alto contenuto di zuccheri e grassi.
Le discipline come lo Yoga, la meditazione, esercizi di respiro e la mindfulness insegnano a rispondere e a non reagire, come siamo soliti fare, in maniera automatica. Per imparare a rispondere in maniera consapevole e a non reagire come un automa, occorre fermarsi, respirare, ascoltarci, rivalutare tutte le possibilità che abbiamo (che, in genere, sembrano non esistere), migliorare ciò che possiamo e accettare ciò su cui non possiamo intervenire.
Questa è la Mindfulness proposta da Jhon Kabat-Zinn: porre attenzione intenzionalmente al momento presente, in modo non giudicante, non critico e di accettazione.
Nel momento in cui sospendiamo il giudizio, ci troviamo di fronte ad un paesaggio: è ciò che sta accadendo, è come sta funzionando la nostra mente, è osservare le cose per quello che sono.
Accade dunque di potersi fermare, accettare, osservare, correggere la mira, attendere il cambiamento.
Quello che alleniamo sul tappetino, è il muscolo della consapevolezza.
E ora… non vi resta che venire a provare!
Namastè